lunedì 9 gennaio 2012

Cos'è successo?

Google ha racchiuso in un video tutto ciò che è avvenuto nel 2011, un anno caratterizzato da un notevole progresso tecnologico ma sempre più regressivo a livello umano..




giovedì 7 luglio 2011

Kundera

Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi. A seconda del tipo di sguardo sotto al quale vogliamo vivere potremmo essere suddivisi in quattro categorie. La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi. La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti. C’è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata. E c’è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori

martedì 5 luglio 2011

Ognuno al proprio posto

“Guarda! Non chiudere gli occhi davanti al mondo.
Respira! Anche se l’aria è stantia.
Non aver paura, anche se il senso sfugge.
Senti solo la tua pelle, dove si proietta, quando è schiacciata.
Esiste solo il corpo ora, vivo. E’ il corpo a fare la differenza.
Chiudi gli occhi ora, non davanti al mondo, ma di fronte a te.
Fidati e abbandonati, so che non vuoi altro.”
“Non c’era nient’altro che la sua voce a guidarmi” avrebbe detto alla giuria.
Non sarebbe mai stata assolta. Aveva premeditato il gesto? Si, senza dubbio.
“Non ero in me, dovete credermi!” quasi un grido di aiuto.
Brusio sommesso della Corte d’Appello. Giuria popolare. Appellabile, ma senza pietà. Il giudizio dei pari.
“I pari che non avrebbero capito il gioco. I pari che nascondono i desideri. I pari che risolvono il piacere nel talamo coniugale, e tradiscono con imperitura malagrazia. I pari noiosi, uomini e donne risoluti nel negare la propria natura”. Lui guardava, testimone del desiderio e della condanna. Rideva, quasi, senza farsi vedere.
L’ultimo suo desiderio per lei. Lei l’aveva accettato. Un guinzaglio stroppo stretto, un gioco spinto troppo oltre. E l’ultima prova della schiava. La condanna, al posto suo.

giovedì 30 giugno 2011

Genialità e follia

"[...]  Questa mattina dalla mia finestra ho guardato a lungo la campagna prima del sorgere del Sole, e non c'era che la stella del mattino, che sembrava molto grande. Daubigny e Rousseau hanno già dipinto questo, esprimendo tutta l'intimità, tutta la pace e la maestà e in più aggiungendovi un sentimento così accorato, così personale.
Non mi dispiacciono queste emozioni. [...]
Credo che faresti bene a lavare quelle tele che sono ben asciutte con acqua e un po' di alcool etilico per togliere il grasso e l'essenza della pasta. Così anche per il Caffè di notte, il Vigneto verde, e soprattutto per il paesaggio che era nella cornice in noce, Anche per la Notte (ma lì ci sono ritocchi recenti, che con l'alcool etilico potrebbero spandere). [...]
Per quanto riguarda la mostra degli indipendenti, mi è assolutamente indifferente, fa' come se non ci fossi. Per non rimanere assente e per non esporre qualcosa di troppo pazzo, forse potresti mandare Notte stellata e il paesaggio verde-giallo, che era nella cornice di noce. Poiché sono due quadri di colori contrastanti, forse riusciranno a dare agli altri lo spunto per ottenere effetti notturni migliori.  [...]"
Lettera n. 593 a Theo (2 giugno 1889)


lunedì 28 marzo 2011

Respiro profondo




With your feet in the air and your head on the ground
You try this trick and spin it, yeah
Your head will collapse
And there's nothing in it
And you'll ask yourself

Where is my mind

Way out in the water
See it swimmin'

With your feet in the air and your head on the ground
Try this trick and spin it, yeah
Your head will collapse
If there's nothing in it
And you'll ask yourself

Where is my mind


mercoledì 23 marzo 2011

Ascolta la mia voce

perchè nessuno ci suggerisce i punti su cui fare attenzione?Qua il ghiaccio è più fino, là ha più spessore, procedere, deviare, arretrare, fermarsi, evitare. Perchè dobbiamo sempre portare dietro il peso dei gesti non fatti, delle frasi non dette?Quel bacio che non ho dato, quella solitudine che non ho abbracciato. Perchè fin dalla nascita viviamo immersi in questa straordinaria ottusità?Tutto ci sembra eterno e la nostra volontà regna caparbia su quello staterello piccolo e confuso che si chiamo io, lo omaggiamo come un grande sovrano. Basterebbe aprire gli occhi un solo secondo per rendersi conto che in realtà si tratta di un principe da operetta, volubile, lezioso, incapace di dominare e dominarsi, incapace di vedere un mondo al di fuori dei proprio confini, che altro non sono le quinte, mutevoli e ristrette, di un palcoscenico.